Collisioni: l’Agri Rock Festival di Barolo, unico del suo genere, dove la gente si imbuca passando per le vigne

Tempo di lettura: 2 minuti Collisioni, l’agri Rock Festival di Barolo, come sempre, non delude, regalandoci un palinstesto degno dei grandi Eventi Rock Mondiali.

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Barolo (CN) è un comune di 739 abitanti, immerso nelle colline piemontesi, e ieri sera, alla decima edizione del Festival Collisioni eravamo circa 20.000 (malcontati) in più.

Qui, a Barolo, nel cuore delle Langhe, la gente non tenta di scavalcare le transenne per non pagare il biglietto, come nella migliore tradizione rock.
Qui la gente si imbuca direttamente scendendo per le vigne di Barbaresco che circondano il paese, attraversando le colline patrimonio dell’Unesco.

Questo è davvero uno dei tanti motivi che rende unico questo Festival, o meglio un Agri Rock Festival, che quest’anno ha festeggiato i dieci anni con tre concerti d’eccezione: Depeche Mode, Steven Tyler e Lenny Kravitz.

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Il paese viene completamente chiuso e Barolo con i suoi vini preziosi si fonde con la cultura a 360 gradi: buona musica, libri, incontri, interviste, conferenze….ospitando i grandi gruppi rock, gli scrittori del momento, i giornalisti, opinionisti, e addirittura …un premio nobel! Ogni piazza e ogni angolo si anima con la conferenza del momento e si passeggia sorseggiando un bicchiere di vino mentre si sceglie nel fittissimo programma che non ha mai deluso anno dopo anno, dove andare, cosa fare, cosa ascoltare.
Con un  palinsesto che mi aspetterei di trovare a Londra, cuore della musica, non di certo a …Barolo!

E invece, il rock&roll non delude mai, perché, per citare il giormalista Ernesto Assante “ricordiamoci che non è uno stile musicale, ma è uno stile di vita”.

Collisioni non è solo un Festival di musica come tanti se ne trovano in Italia, Collisioni è un festival unico nel suo genere. Perché è cultura, musica, letteratura, incontro. E’ allo stesso tempo 100% Rock, ma lo è da dentro, nel modo di comunicare, nel modo di vibrare, nel modo di suonare.

Antonello Venditti, Fiorella Mannoia, Sting, Mark Knoplfer, Paolo Nutini, Fedez, J-Ax, Vinicio Capossela, Alex Britti, Renato Zero, Alessandro Baricco, Niccolò Fabi, Alessandro D’avenia, Elio e le storie Tese,  Mauro Corona, il premio Nobel Wole Soyinca, Carla Fracci, Elton John, Arrigo Sacchi, Max-Nek e Renga, Stash, Ligabue, sono solo alcuni degli importantissimi nomi che hanno calcato i palchi del festival  in questi dieci anni (per inciso termina sabato, con il concerto di Lenny Kravitz).

Il tutto condito con un buon bicchiere di Barolo e le Langhe da paesaggio.

La gente del paese alle finestre che guarda i concerti, (come se fosse la festa del paese) e gli anziani in canottiera seduti agli angoli dei bar che si godono lo spettacolo, giocando a carte. Un mix di sobria italianità agricola e di presente, passato e futuro della musica, della cultura direi, internazionale.

Ci si sente in un luogo senza tempo, infatti, dove tutto può succedere, dove tutto è possibile.
Come alzare gli occhi e riuscire ancora a vedere – a contare-  le stelle, nella notte buia a calda di Barolo.

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