Sono io quella che ho detto Addio

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Ci sono addii che non finiscono mai. Impossibile separare due cuori che si amano, è solo un modo diverso di continuare ad amarsi. E’ vivere immaginando un futuro che non potrà mai esistere nel mondo reale, ma solo nell’emozione di un cuore ancora innamorato.

Guardare vecchie foto e vivere di un bacio, un respiro, una vita che rimane sospesa nel tempo di un sogno, che si logora nel ricordo di quell’addio che ha messo fine alla vita stessa, forse.

Adii veloci, un telefono che si chiude, una lettera lasciata sul tavolo, il sapore dell’ultimo bacio e poi tutta una vita per comprendere senza mai continuare a vivere davvero.

Tu, invece, mi hai lasciato amandomi.

Non hai detto addio, non mi hai lasciato lettere sul tavolo e nemmeno il sapore dell’ultimo bacio.

Londra ci circondava, il suo vento, le strade bagnate, e noi due, stretti in un caffè a far parlare i nostri occhi. Poi d’improvviso le tue labbra morbide, le mani intrecciate, quel ti amo uscito come un soffio di vento, che subito si è disperso fra la nebbia, unendosi alle acque fredde del fiume. Come il mio cuore.

Ho abbassato lo sguardo, per difendermi, sai, ho annotato qualcosa che non ricordo sull’agenda, per proteggermi.

L’amore fa male.

So che è un controsenso e che forse qualcuno obietterà dicendo che chi ama non può davvero soffrire. Ma è un dato di fatto.

Quel Ti Amo al vento mi ha lacerato il cuore, l’onda d’urto lo ha spezzato, i tuoi occhi dentro i miei l’anno rimesso insieme.

Ho trattenuto le lacrime, guardando l’ora, ben sapendo che avresti dovuto ritornare da lei. Incapace di parlare. Dire cose sensate.

Il vento mi circondava. Si è infilato freddo sotto il giaccone, fra i capelli, brividi che volevano riportarmi alla vita.

“S’è fatto tardi”, ho detto, volgendoti il mio ultimo sguardo.

I tuoi occhi avevano il colore del fiume. Delle luci delle stelle sopra il Big Ben. Le tue guance erano rosse, morbide, il sangue scorre, c’era vita, così tanta vita in te. L’età non conta, ce lo siamo detti, ma tu ne hai venti in meno di me.

Ci sono cose che non possono cambiare.

Caro Amore mio, c’è vita in te, un guizzo, un ardore che ti porterà lontano con il tuo talento e la vita a cui sei destinato e non sarò di certo io a fermati. Starò al mio posto, guardandoti brillare fra le Stelle dove meriti di stare.

Respiro lungo, un soffio di vita che mi abbandona, raggiunge il tuo Ti Amo ormai confuso con il vento e il fiume.

Così, semplicemente sei partito.

Ho pianto mille notti.

Ho vissuto nel ricordo della vita che avremmo potuto vivere.

Ti ho amato, immaginandoti.

Vedevo sui giornali il tuo volto cambiare, quella luce nei tuoi occhi, che tanto ancora amo, trasformarsi nella sicurezza dello splendido uomo che stavi per diventare. Il tempo non conta, Londra era con me, quel giorno di tanti anni dopo, il fiume davanti a me, l’aria gelida ne increspava la superficie, formando nuove sottili rughe sul mio volto.

Sei passato a pochi passi, sembravi felice con la donna che era al tuo fianco; mi è mancato il respiro, la vita mi ha preso, i ricordi in cui vivevo di me e di te si sono all’improvviso spezzati, ho lasciato che quel ti amo abbandonato nel fiume tanti anni prima mi aiutasse a riprendere il respiro. E sei passato oltre.

Ho appoggiato la mano alla ringhiera per restare in piedi, ho respirato il tuo Ti Amo, fino a corroborarmi il cuore, fare scorrere il sangue, fino a che tu sei sparito dalla mia visuale.

Tu mi hai lasciato Amandomi.

Sono io quella che ho detto Addio.

(Dedicato a Cristina)

Alessandra Gianoglio – 1 Febbraio 2014

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