Plastica completamente biodegradabile ottenuta dal prezzemolo e dalla patata? Non è fantascienza ma una realtà che già esiste ed è pronta per arrivare sul mercato, ce lo dice Roberto Cingolani direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, durante la sua conferenza al Festival della Comunicazione di Camogli.
Se ciò potesse avvenire in tempi brevi sarebbe una vera e propria rivoluzione tecnologica ed ambientale, visto che attualmente sono 290 milioni le tonnellate di plastica che vengono prodotte ogni anno e ogni singolo grammo ci mette circa 1000 anni per biodegradarsi. Per non parlare anche dei costi esorbitanti di smaltimento o di riciclo. Questo perché la plastica che utilizziamo tutti i giorni nei più svariati campi deriva dal petrolio.
La domanda è: Perché usare il petrolio?
Tutto ciò che è “plastico” in natura è composto di cellulosa, dice Cingolani. L’albero ad esempio è composto da cellulosa più lignina. Come il prezzemolo o la patata e moltissimi altri alimenti che vengono utilizzati per l’alimentazione.
Attualmente l’industria alimentare nella fase di lavorazione ha circa un 50% di scarto che viene buttato via: ossia cellulosa allo stato puro che potrebbe essere utilizzata per la produzione della plastica.
Così possiamo ottenere plastica dalla maggior parte degli scarti alimentari come il riso, gli spinaci, il prezzemolo, il cacao, la patata, etc: si può estrarre la cellulosa e lavorarla il modo da coprire tutto il range necessario di plastica utile in qualsiasi campo, ad esempio dal guanto (plastica “molle”) alla bottiglia (PET- plastica rigida).
Test di laboratorio hanno dimostrato che si può ottenere dalla patata un tipo di plastica estremamente morbida, capace di allungarsi per ben 7 volte la sua lunghezza originaria.
Quando sarà possibile tutto questo? “Ci vuole tempo, dobbiamo iniziare a piccoli passi”, spiega Cingolani.
Oggi giorno i soldi investiti nella plastica sono tantissimi, non solo per la produzione, ma anche per lo smaltimento e il riciclo: bisogna piano piano attendere che il sistema sia pronto a sostuituire un intero processo industriale petrolio oriented verso qualcosa di più funzionale e certamente eco-sostenibile.
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