Quel fatidico giorno c’era di tutto sulla mia scrivania. Tazze vuote di caffè, appunti, ritagli di giornale, calzini del giorno prima, una pinzatrice fucsia. Molto altro che non vi dettaglio.
Sul monitor, dopo 16 mesi, scritta in Times New Roman corpo 60, la parola Fine.
Se scrivere un romanzo è un’agonia, ancor di più lo è metterci la parola Fine, in un anno di Covid che sembrava anch’esso privo di una data di scadenza.
Ma partiamo dall’inizio.
Novembre 2019, felice di partire per l’avventura più entusiasmante della mia vita, scrivere un romanzo con la supervisione di Morgan Palmas (@morganpalmas). Mi butto a capofitto. Muovo i primi passi piena di entusiasmo: qualche idea ce l’ho, la bozza di una protagonista fragilissima nella sua forza, un’avventura da raccontare.
Nemmeno il tempo di cominciare a scrivere, che già si parla di virus, e nel giro di pochissimo arriva Marzo 2020, che siamo in lock down e io nemmeno ho terminato il primo capitolo.
Che succede? (semicit)
Prendiamo i lati positivi, mi dico. La pandemia ha bloccato il mio primo lavoro, ho tutto il tempo del mondo per scrivere.
Cari Amici, no.
I giorni passano nell’incertezza, accendo il computer ma la pagina bianca rimane lì. Un incubo.
Non ho idee, né tantomeno creatività , e la razionalità, quella che serve per scrivere, ridotta in pezzi; una stanchezza s’impadronisce di me giorno dopo giorno.
Come tutti, sì, ho messo posto casa. Gli armadi. Il giardino. Imbiancato i muri.
Ma niente.
Il tempo fuggiva senza che io riuscissi a produrre.
Eppure stavo lavorando al progetto più importante della mia vita!
Purtroppo la pandemia non ha portato uno stato di pigrizia gloriosa o di ozio creativo.
Ma un malessere cronico, una stanchezza non “tanto fisica, anche quella certo, ma prima di tutto stanchezza mentale, meglio spirituale. Una stanchezza sottile, per questo a suo modo inquietante, che s’accompagnava alla banalità della vita che trascorrevamo nelle nostre case” (cit. Marco Belpoliti)
Ma io avevo un romanzo da portare avanti.
Dovevo farlo.
Si, ma come?
Ecco come ho fatto io, ovvero, i miei tre consigli fondamentali su come mettere la parola FINE a un romanzo.
1 Costanza cronica. Se per scrivere un romanzo ci vuole costanza, per farlo in un periodo sfavorevole ci vuole la costanza cronica. Scrivere. Scrivere, imporsi di farlo, anche se preferireste suicidarvi piuttosto. Scrivere anche quando quello che scrivete vi fa schifo. Non preoccuparsi della prima stesura, ma buttare fuori la storia che avete in testa, e se in testa non avete niente, scrivete quello che vi dicono le mani. (basilare avere una precisa traccia del romanzo, una sorta di scaletta , ma questo lo davo per scontato, perché è un lavoro da eseguire prima di mettersi a scrivere)
2. Trovate qualcuno che vi motivi: che sia il vostro partner, un amico o vostra zia. Qualcuno che vi dica di non mollare. Che vi ricordi il vostro obiettivo, che vi rassicuri che ce la farete, che vi chieda: quanto hai scritto oggi? In un periodo come la Pandemia per me è stata un’ancora di salvezza. Ringrazio di cuore @morganpalmas e le sua chiamate provvidenziali, ma anche gli amici e soprattutto mio marito @igorbragato che mi sono stati molto vicino.
3. Scrivete i vostri obiettivi, fate di tutto per rispettarli e monitorateli: All’inizio mi ero imposta una data di fine. Agosto 2020, che poi è diventato settembre e poi dicembre…e non funziona. Non è solo il fatto di vedere la fine, ma la questione di addentravi e sviluppare la storia e portarla al termine. Così mi sono imposta di scrivere 25 cartelle a settimana. E tutti i giorni segnavo sull’agenda quanti caratteri avevo scritto e passavano le settimanee vedevo quanto avevo prodotto, da 620 mila a 636mila, e ancora, il giorno dopo, da 636 mila a 691 mila e via dicendo. Monitoravo giornalmente e poi tornavo indietro sentendomi soddisfatta del lavoro svolto. Il romanzo stava magicamente procedendo. Mi ha motivato moltissimo ed è stato il mio segreto per arrivare alla fine, ma soprattutto per scrivere con costanza.
Questa è la stata la mia esperienza.
MI raccontate la vostra?
Ah. Per inciso, la parola FINE l’ho messa il 23 febbraio 2021.
Quanto ci sarebbe da dire sulla revisione che ne è seguita. Qualcosa lo trovate qui, consigli intramontabili del grande Paolo Giordano. Ma a breve vi dirò qual è stata la mia esperienza con la revisione del romanzo.
Dov’è il mio romanzo ora?
Probabilmente sulla scrivania di qualche editor. Sicuramente nelle mani del mio magnifico agente che sta cercando per me una casa editrice. Sono tutti argomenti di cui vorrei parlarvi nei miei prossimi articoli, o perlomeno di quale è stata la mia esperienza per arrivare alla pubblicazione (seria) di un manoscritto.
Ci si legge qui prestissimo, intanto fatemi sapere di voi!
State scrivendo? Che cosa’ Quali sono le vostre difficoltà?
© 2022, Alessandra Gianoglio. All rights reserved.
Leave a Comment