Laura Calosso e un manipolo di poeti danno il benvenuto alla prima presentazione libri in presenza del 2021

Tempo di lettura: 6 minuti Poesia, cultura ed ecologia ritornano dal vivo ad Asti

Tempo di lettura: 6 minuti

Al Fuoriluogo (AT) si ritorna in piazza per parlare di cultura, ecologia e poesia

E’ una giornata di sole e lo spazioso dehor del Fuoriluogo, un piccolo locale astigiano che da sempre dona spazio alla cultura, è gremito di persone. Nelle nostre zone questa è una fra le prime presentazioni di libri in presenza, dal vivo, come ci tiene a precisare Laura Calosso, dopo due anni di insostenibili conferenze “dal morto”, ossia via internet.

“Ma la sabbia non ritorna” (SEM Società Editrice Milanese), è l’ultimo romanzo della scrittrice astigiana che in ogni suo volume affronta temi poco conosciuti e spinosi, in questo caso le mafie della sabbia.

Accompagnata dal poeta Max Ponte, presenta il suo nuovo lavoro, che non è solo uno riuscitissimo romanzo, ma una vera e propria denuncia rispetto un argomento così poco preso in considerazione.

(Leggi la mia recensione completa del libro Ma la Sabbia non Ritorna QUI)

Io mi occupo di cose di cui nessuno si occupa di solito, temi poco battuti. Non ne parla nessuno, mi dicono a volte, ed è la mia vocazione al martirio, perchè più le cose sono rilevanti e più le persone non ne parlano.

E’ solo il primo dei molti colpi che la giornalista affonda senza peli sulla lingua alla politica e al “sistema in generale”

Parla infatti della pandemia, dell’impatto emotivo che il virus ha avuto sulla gente, riferendosi in particolar modo ai ragazzi “ritirati”, di cui scrive ampiamente nel suo precedente romanzo “Due fiocchi di neve uguali” (SEM Società Editrice Milanese).

Laura Calosso e Max Ponte

Il fenomeno dell’hikikomori, giovani che perdono completamente la fiducia nella società, che vedono il proprio futuro negato e decidono si chiudersi in casa.

“Una forma di suicidio in vita, una sorta di anoressia”, spiega Laura Calosso.

I dati sono allarmanti, precisa, perché se al tempo in cui la giornalista scriveva il suo libro il fenomeno in Italia toccava circa centomila casi, durante la pandemia sono aumentati del 30%, ossia centocinquantamila ragazzi che sono diventati invisibili.

La politica non si occupa di cose che sono estremamente rilevanti, problemi giganteschi che implicherebbero scelte drastiche. Solo la pressione dell’opinione pubblica può fare muovere la politica.

La giornalista continua citando “World at risk”, un report annuale redatto da OMS, peraltro scaricabile gratuitamente sul web.

Questo documento diceva a chiare lettere “Attenzione sta per arrivare una pandemia. E si sapeva già dal 2003, tempo in cui in Cina c’era stata la SARS. Tra il 2008 e il 2011 si è parlato dell’arrivo di virus potenti, pandemici”.

Eppure, i nostri politici si sono sentiti colti di sorpresa.

La politica molto spesso, come il giornalismo, omette di divulgare cose di massima rilevanza. La stessa Laura Calosso ammette che per parlare di certi argomenti difficili ha dovuto trasformare il suo giornalismo d’inchiesta in narrativa, in romanzo, per arrivare al grande pubblico, a cui non sarebbe mai potuta arrivare scrivendo, ad esempio, un saggio.

Come nel caso del suo nuovo volume, Ma la sabbia non ritorna.

(Leggi la recensione completa QUI)

Le cose di massima rilevanza non vengono trattate. Si parla del MOSE di Venezia, ma nessuno ci dice, ad esempio, che proprio Venezia, tra cinquant’anni, sarà sommersa. Che probabilmente non potremo nemmeno più accedere a Venezia. Lo stesso vale per Viareggio.

E’ dagli anni sessanta che i geologi con dati e studi specifici stanno dando il campanello d’allarme sull’erosione delle coste e sull’avanzamento del mare sulla terra ferma.

Per noi è normale vedere ogni anno le ruspe che ricostruiscono le spiagge per l’estate, ma quella sabbia che sparisce e che non ritorna è un problema di cui dovremmo farci carico al più presto.

“io me ne occupo oggi, quando nessuno ne parla, e questo problema sarà rilevante già fra un anno”.

Sulla sola riviera di Rimini, continua la Calosso, sono stati spesi quest’anno 22 milioni di Euro per il ripascimento della spiaggia.

Con le azioni dell’uomo, che ha modificato il territorio, costruendo nel mare l’estensione di città (Singapore, Dubai, Lagos, Montecarlo) moli, barricate, frangiflutti, con il dragare di fiumi e di laghi, il delicatissimo ciclo della sabbia sta scomparendo, la sabbia non arriva più al mare, non ripopola le spiagge, che sono stata appiattite, spianate, rese a misura d’uomo, che ha tolto le barriere naturali come le dune, ad esempio, che impedivano al mare di avanzare.

I delta dei fiumi stanno scomparendo, a causa dei continui furti di sabbia, come spiega approfonditamente nel libro.

Le mafie della sabbia rubano spiagge, isole intere; camion colmi sabbia caricati di notte viaggiano anche per cinquecento volte, per trasformare la sabbia in cemento e costruire nuove città sempre più a ridosso sul mare, o per realizzare isole artificiali, come ad esempio, la famosa palma di Dubai.

Laura Calosso parla anche della devastazione di fiumi. Il problema che nasce dal dragare indiscriminatamente, dal depredare fondali per trasportarle la sabbia altrove, è quella del cuneo salino: l’acqua del mare entra nelle foci dei fiumi e prende il sopravvento, inaridendo le terre circostanti, rendendole incoltivabili e inabitabili, costringendo la gente che ci abita a spostarsi verso l’interno.

Sta succedendo al nostro Po, come è successo al delta del fiume Meckong in Vietnam, dove la situazione è molto più grave.

Sono parole potenti quelle di Laura Calosso, che mi fanno vibrare qualcosa nel cuore, che danno punti di vista nuovi, che inducono le persone a svegliarsi, a comprender che c’è bisogno di vedere un poco oltre il velo di quello che la società ci mostra.

E soprattutto che mi ricordano quanto l’impatto dell’uomo conti. Che ognuno di noi può agire verso un cambiamento, aumentando la propria consapevolezza, risvegliando la coscienza, ricordandoci che la Terra non ci appartiene, ma ne facciamo parte, come ecosistema.

Laura Calosso ed io

E menomale, che, dopo, arriva la Poesia.

La poesia mi ricorda il lato nobile dell’uomo, la sua capacità di stare nel flusso della vita, di sognare e di legare parole, immagini ed emozioni, per emozionare ancora.

Al Fuoriluogo, al suono di una leggera brezza, si sono esibiti con la lettura di poesie proprie alcuni poeti piemontesi.

Andrea Laiolo, poeta e drammaturgo, conoscitore profondo delle opere di Vittorio Alfieri, Max Ponte, poeta e scrittore, Valerio Vigliaturo, poeta e cantante jazz, Nadia Sponzilli, poetessa e pittrice, Gian Giacomo Della Porta poeta ed editore che ha presentato Paolo Pera, giovane e talentuoso poeta di Alba.

E ancora Paola Casulli, la poetessa del mare, Mario Marchisio, poeta e critico letterario torinese, Anna Dari, talentuosa e sensibile poetessa e pianista astigiana, Concetta Cetty Di Forti, poetessa.

La poesia letta con ardore è capace di fare viaggiare la mente e il cuore, di proporre una profonda riconessione con l’interiorità.

Esistono storie meravigliose, poi; a volte è necessario uscire di casa per venirne a conoscenza (benchè ci dicano che con il web si possa fare tutto).

La storia di Ivan Fassio, poeta, artista, performer astigiano recentemente scomparso dopo una lunga malattia.

A portare alla luce le sue ultime poesie è la compagna Laura Callari, che ha curato anche la prefazione del volume; con amore e devozione ha seguito i dettagliati consigli che il poeta, ancora in vita, le ha lasciato affinché la sua opera potesse essere conclusa.

Le poesie di Ivan hanno superato il tempo e sono giunte a noi.

Il poeta ha scritto versi stupefacenti, profondi, veri, toccanti, che prendono per mano e scuotono il cuore. La raccolta si chiama, proprio come voleva lui, Nontiscordardime (El Doctor Sax edizioni), come i fiori, perchè “la poesia e le parole sono un luogo in cui tornare” e i non ti scordar di me sono fiori che sbocciano ciclicamente negli stessi luoghi.

Le due raccolte di Ivan Fassio, Nontiscordardime e la precedente, Fuori Fuoco

Ascoltare le poesie di Ivan lette dalla voce calda della poetessa Concetta Di Forti è stato entrare in punta di piedi nel suo mondo, quasi toccare la sua persona, un pezzo del suo cuore, della sua mente. Parole capaci aprire stanze nascoste del cuore, giù nelle profondità dell’anima.

Per chi volesse seguire l’arte e le poesie di Ivan Fassio, rimando alla pagina Facebook a lui dedicata.

Grazie a Laura Calosso e a tutti i poeti intervenuti, grazie al Fuoriluogo per avere dato ancora una volta voce alla cultura.

Che bello potere provare ancora così tanta emozione.

IVAN FASSIO

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