Ode alle lacrime, potere curativo femminile. (+ un piccolo tip di scrittura + una poesia di Michael Jackson)

Tempo di lettura: 3 minuti

Mi è sempre venuto naturale. Piangere, intendo. E molto spesso mi è stato fatto notare che non andava bene. La mia inadeguatezza nell’avere il volto striato di lacrime.

Dentro di me ho sempre pensato invece che quelle mie tante lacrime versate fossero necessarie.

A cosa esattamente, mi sfuggiva. Un potere liberatorio, curativo, necessario per andare avanti.

Le lacrime, quelle delle donne, non sono mai solo e semplici lacrime, tanto per. Contengono una moltitudine di emozioni. Lacrime di dolore, di felicità, lacrime di sfinimento, di rabbia, di lutto, d’amore, di perdita, di svillimento, di solitudine, di smarrimento, di conquista. Urli silenziosi pieni di sale.

Un universo intero intrappolato in una lacrima. (Cit. “A universe is trapped inside a tear”, da “MK Ultra”, una canzone dei Muse.

Esiste un libro, di cui presto farò una recensione completa, che consiglio di leggere a ogni donna (e a ogni uomo che voglia comprendere un poco il nostro universo) “Donne che Corrono con i lupi” (Clarissa Pinkola Estes), che oggi mi ha dato chiavi di lettura molto interessanti riguardo le lacrime.

Ci sono momenti nella vita di una donna in cui lei piange e piange e, anche se assistita e sostenuta dalle persone amate, piange. […] Le lacrime aiutano ad accomodare le lacerazioni della psiche […] Talvolta la donna dice, non ne posso più di piangere, ma è la sua anima che produce le lacrime e sono la sua protezione. Certe donne si stupiscono della quantità di acqua che il loro organismo è in grado di produrre quando piangono. Non sarà per sempre, soltanto finché l’anima avrà concluso la sua saggia espressione.

Non abbiate paura di piangere, tantomeno vergogna ( e me lo dico anche da sola.)

Come l’autrice, mi stupisco nel vedere “quante donne oggi piangano poco, e sempre scusandosi. Mi preoccupo quando la vergogna o il disuso cominciano a derubarci di una funzione così naturale. Essere un albero fiorito e bagnato è fondamentale, altrimenti ci si spezza. E’ bene piangere. E’ giusto. Non risolve il dilemma, ma aiuta a continuare.

Le lacrime hanno qualcosa di ancestrale, posseggono il potere curativo e purificatore dell’acqua, dell’argento, del chiaro di luna.

Sono presenti in tantissime storie che affondano le radici in età anche precristiana, come quelle di una vecchia leggenda Inuit, in cui un demone non può entrare in una casa in cui vengano piante lacrime da un cuore sincero. O quando, sempre come cita l’autrice, C.S. Lewis scrisse di una “bottiglia piena di lacrime di bambino di cui una sola goccia basta per curare qualsiasi ferita.

Una poesia

Nel libro “Danzando il Sogno”, così definito, il testamento spirituale di Michael Jackson, l’artsita affronta tantissimi temi con una sensibilità fuori dal comune.

Oggi voglio condividere con voi la poesia, L’ultima Lacrima, che elogia ed esalta il “potere” della lacrime, quando sono versate scevre di egoismi.

“E’ l’unica che hai conservato per me” (In lingua originale “It was the one you saved for me”). Una lacrima di puro amore, scevra di egoismo, di rabbia, di frustrazione. Una lacrima di antica e di semplice saggezza con il potere sovraumano di parlare al profondo, di riavvicinare le persone, di richiamare ciò che ormai è andato perduto.

TIP DI SCRITTURA: Come scriviamo delle lacrime? Il nostro personaggio deve piangere?

E’ un errore in cui è facile cadere. Se nella realtà come esseri umani donne è bene piangere, è un diritto piangere, nella scrittura è severamente vietato. E’ un banale clichè scrivere di un volto striato di lacrime, o fare piangere spesso il nostro personaggio. Perché così il dolore non arriva al nostro lettore. Appellandoci alla più antica tecnica di scrittura, “Show, don’t tell”, mostriamo il dolore e non descriviamolo. Un consiglio? Fate piangere il vostro personaggio (ma poco e se proprio è indispensabile) dopo le prime 100 pagine o dopo dieci scene di disperazione. Descrivere “le calde lacrime che sgorgano sul viso” non è la soluzione per arrivare al lettore e fare percepire un sentimento.

Una domanda

E voi, quand’è l’ultima volta che avete pianto? Ve ne siete mai vergognati? Cosa pensate delle lacrime?

Scrivetemi qui sotto, sui social o via email le vostre considerazioni. Mi farebbe molto piacere!

PS (se qualcuno di voi volesse acquistare una copia del libro introvabile di Michael Jackson Danzando il Sogno, mi scriva in privato – sezione contatti).

© 2022, Alessandra Gianoglio. All rights reserved.